Poesia ed Arte diversa per un mondo diverso- Oltre le barriere del pregiudizio, della disabilità e della diversità.
domenica 11 novembre 2012
LE RONDINI PIANGONO
Ho lasciato che passasse l'amore.
L'ho lasciato scivolare via,
oltre il mio cuore,
oltre le mie emozioni.
Ho lasciato che passasse,
semplicemente così,
senza gesti ne voglia per fermarlo.
Ed ho chiuso gli occhi
lasciandomi trasportare dai pensieri.
Ho vagato nel buio dei sogni
guidato solo da rumori ovattati e distanti.
La mente ha percorso in un attimo
anni di ricordi, anni di vita,
anni di gioie ed inferni.
Poi,
stremato,
ho lasciato che il sonno mi prendesse.
Carezza leggera a sfiorarmi il volto
e gli occhi si schiudono al chiarore dell'alba...
Ho voglia di sole che rigeneri l'anima,
ho voglia d'amore che alimenti il mio cuore.
Ho voglia di sogni per continuare a vivere
e carezze e baci, per sentirmi vivo.
Ma oggi fa freddo ...
... e le rondini piangono.
giovedì 19 luglio 2012
Un giudice
domenica 13 maggio 2012
QUESTA! LORO CHIAMARONO GIUSTIZIA
venerdì 11 maggio 2012
“LUNGA E’ LA NOTTE” di Peppino Impastato
Lunga è la notte
e senza tempo.
Il cielo gonfio di pioggia
non consente agli occhi
di vedere le stelle.
Non sarà il gelido vento
a riportare la luce,
né il canto del gallo,
né il pianto di un bimbo.
Troppo lunga è la notte,
senza tempo,
infinita.
(Peppino Impastato)
Un fiore da tutti noi, Peppino. Le tue idee non moriranno mai.
Grazie
Autori di Versi e Cavalieri dei Draghi, 11 Maggio 2012
lunedì 26 marzo 2012
mercoledì 21 marzo 2012
Leonessa e Nuvola
Eccola lì. Guardatela. Nessuno lo avrebbe mai sperato. E invece... piano piano... contro tutti i pronostici la vedo: Vicky è alta! Vicky è in piedi! Rido osservando la creatura nata oggi: Vicky erecta!
20 marzo 2012: dopo 16 anni 4 mesi e 14 giorni di stazione seduta, si può ammirare dall'alto. Si sente altissima, vede tutti in modo diverso. Tutti glielo dicono ma lei è altrove: Leonessa e Nuvola. E' così che si sente, Vicky.
L'amica Elda Lenzi un giorno l'ha intuita e descritta perfettamente coi suoi versi:
osservo il tempo
senti la musica dei miei occhi
arpe e tamburi si accordano
suonano assieme il tuono e l’acqua
la musica percorre il mio corpo
mentre ti osservo e fermamente taccio.
Leonessa e nuvola
a volte trattengo le parole
nel gesto della mano sulle labbra.
Prima di parlarti ho bisogno di ascoltarmi.
Nel silenzio e nell’oscurità.
Mentre la pelle del mio volto
inizia ad illuminare
questo piccolo spazio
tra me e te.
(A Vincenza Rutigliano-leonessa e nuvola)
Elda Lenzi@10/03/2012
Oggi lo spazio che ha colmato è stato quello tra terra e cielo. Com'è alta Vicky... Nell'immensa pace e gioia che c'è nel suo cuore è fuoco, è vulcano, si sente ancora imprigionata. E' la leonessa sull'albero che aspetta la preda, ha fame di tutto, corre, corre, corre... pur stando ferma. Eppure da quella posizione domina tutto e tutti intorno, come una regina sul trono che si guarda attorno.
Eccola farsi cielo... lo sguardo di chi c'è col corpo ma con lo Spirito è già nuvola. Vola Vicky. Insieme al suo cuore, va a casa. Lì può dire a tutti gli Invisibili che hanno procurato gioia al suo corpo, alla sua mente e al suo cuore: "Mi vedete? Ce l'ho fatta! Un'impresa in cui tutti mi scoraggiavano. Anche chi mi ha amato e voleva tenermi ancorata alla terra... come il bambino fa con l'aquilone."
E' in piedi. La testa non gira. Pressione normale. E' semplicemente felice.
Qualcuno le chiederà cosa sia cambiato per lei, visto che non camminerà come prima già non poteva. A quel qualcuno Vicky spiegherà da seduta, occhi negli occhi, con voce pacata, la differenza tra un palloncino e l'aquila.
Poi lo inviterà a dimenticare per un'ora con lei la terra e a provare ad essere nuvola...
Dedicato a Emilia, che mi ha sempre incoraggiato a osare di più. Sempre Vicky!
domenica 18 marzo 2012
ED E' IL MIO AMORE
sabato 10 marzo 2012
“Le Ali non hanno pace senza il Cielo” (5 lettere di un Uomo per una donna- 8 Marzo 2012)
I – Antiche ali
Le ali non hanno pace senza cielo.
Avete vinto, adesso
che avete insozzato
ogni lettera d’amore,
che avete reso cardi le rose,
e le mani tentacoli orrendi,
e artigli i raggi della Luna,
e una latrina fetida l’Oceano.
E sangue, sangue, sangue
il vostro respiro, l’alito
è una carogna nell’aurora.
Adesso che ne siete fieri
antiche ali mi raccontano
di voi.
II- L’olocausto delle Ombre
L’olocausto delle ombre
racchiuse nel silenzio
infinito come il respiro
brucia come un crogiolo
nel tramonto che bagna
occhi lontani.
Rabbia oltraggio silenzio
unghie smaltate splendenti
non nascondono il pianto
non lo graffiano.
Ventri squartati
da lupi di giaccio
vellutato
gridano a me una colpa
che pago con la mia Vita
contraddetta
dal Cielo dall’inferno,
viva solo nel mio rosario
assurdo e mite.
III- Lamento
Ho sete di sogni.
Le stelle hanno occhi chiari
ma troppo buio ne è palpebra,
persino il pianto è loro negato
Sopra le mie pagine sorrido,
penso a lontane primavere
alle mie spalle,
la luce di stelle dell’Aurora
riflessa sopra lacrime
lontane.
Pace e sete
non troveranno mai
un ruscello comune.
Sulle mie pagine
La Spada e la Rosa furono
la mia immagine
e attendo solo l’ultimo tramonto
ad osservarmi
sognare ciò che in tanti
gettano via nel vento.
IV- Sogno di ieri
Sognai di te, io volevo
raccogliere mimose.
Poi ti vidi, mi dissetai
del tuo pianto.
Allora, raccolsi una pietra,
la più acerba
e te ne feci dono
come si dona un rubino
rosso di sangue
prezioso d’amore.
V- Sogno per domani
Io sognerò ancora,
avrò acqua a placare la mia sete,
ed un tramonto a placare la mia pace.
Tu sognerai ancora
mani leggere ed occhi lucenti,
cieli senza notte
e stelle piangere fresca pioggia.
Noi sogneremo ancora l’alba
nel tramonto che ci allontana
con la notte che loro
hanno inventato.
Mani rudi ed unghie di cristallo,
occhi sereni e rughe stanche
il vivere di un senso ed il senso di vivere
la Madre e l’Uomo
che mai, per nulla,
si dimenticheranno.
Insegneremo a Dio
che quando generò l’Uomo
Lui stesso si fece Madre,
gli insegneremo
a disegnare un Orizzonte nuovo.
Le ali non hanno pace senza Cielo.
“Lettere”, (poesie): paolo Scatragli, 10 Marzo 2012
Disegni: serie “Storia di una Donna”, Paolo Scatragli 2009
giovedì 8 marzo 2012
8 marzo-
Due parole ed una poesia...di Giandiego Marigo
Rifuggo le ricorrenze, sono altresì convinto che moltissima retorica ci sommergerà oggi. Già mi figuro l'inutile profusione di mimose e di frasi fatte. Eppure al di là della montagna di "ovvietà" l'8 marzo ha un senso che si"radica" nella tradizione e nella storia dell'alternativa e dei movimenti...ed è solo per questo e per l'amore ed il profondo rispetto e stima...ed anche perchè io, fondamentalmente, la penso come Hernan Mamani, che profetizza nelle donne la strada della spiritualità a divenire...bhè insomma per tutti questi motivi e mille altri io dedico questo:
Canzone per loro
Parlare di loro
della loro bellezza
Della pienezza o del vuoto profondo
Amarle, se puoi, come puoi
Per quanto poi te lo lascino fare
Sentire dei loro tempi, le esigenze
Il richiamo gentile della calma
Dolce sensazione di lentezza
Ascoltarle nei loro discorsi
quel parlarsi di tutto
quell’aprirsi dell’anima
Come di un fiore che schiude
Ed invidiar di lor fertilità la meraviglia
che si ripete sempiterna
avere in sé la vita
Ricordare e capire del loro parlare
Qell’amarezza antica e quel dolore
Che è tutto loro
che è solo delle donne
martedì 28 febbraio 2012
LE TUE LE MIE
sabato 11 febbraio 2012
QUANTE VOLTE ANCORA
giovedì 9 febbraio 2012
L'ALTRO VISO DI UN UOMO LONTANO
Guarderai i miei occhi nelle stelle.
Saranno amari come il veleno,
saranno le lacrime dell'odio
della paura e della rabbia.
Dove sei, Stella Marina?
Amai il tuo canto,
accarezzai la tua conchiglia.
Le tue labbra gelate
mi sorrisero Vita.
I miei occhi sono lontani.
Le tue stelle sono candele,
accese lacrime
bagnano le sbarre
che racchiudono
il mio cuore salato e lontano
(Paolo,10 Febbraio, ore 00,40)
Ritratto del mio cielo
La candela rispecchia
nel mio sguardo rinchiuso
il suo tramonto,
mille rimpianti si dividono
l'Eclissi.
Tra quello che vola via
e ciò che resta
ancora,
divido la mia luce
in questo abisso.
Tornerà un Angelo
un giorno come tanti,
a consolarci dal vuoto
arso in uno stoppino
che ci uccide.
(Paolo, 9 Febbraio 2008)
giovedì 2 febbraio 2012
AFFINCHE' POSSA
Affiderò i pensieri al vento impetuoso
affinché li trasporti lontano,
dove la rabbia non potrà raggiungerli.
Affiderò gli occhi alla notte più nera
affinché non possano vedere l'angoscia
di un cuore ferito.
Affiderò matite al tuo mondo
affinché colorino i tuo giorni
per farti sorridere sempre.
Affiderò il mio cuore alle tue braccia
affinché lo cullino nell'amore che saprai darmi.
Affiderò la mia vita al tuo cuore
affinché possa accompagnarla nella tua vita,
mano nella mano, nel cammino verso l'eternità.
giovedì 26 gennaio 2012
Noi vivremo
Non è finita la cera
della candela antica,
brucia ancora, la vedi?
Brucia e piange.
Chi ci restituirà
ricordi e primavera, chi
bagnerà il nostro viso
di carezze vere,
di vero cielo azzurro?
Non c'è nessuno:
adesso chiamano altro sangue
a cancellare i ricordi,
altra morte allo sportello
della storia.
Ma noi, noi vivremo
e parleremo, grideremo
piangeremo forse,
vivi come le rose.
Mastini della morte,
voi non avrete
il nostro Silenzio.
(nella foto: il disabile del lavoro di David Olere, artista ebreo sopravvissuto ad Auscwitz)
venerdì 13 gennaio 2012
ABBRACCIAMI
come se fosse l’ultimo
gesto d’amore
come se il domani
non dovesse mai arrivare
come se il mondo si fermasse
in quel preciso momento
amami
come se fosse
il più grande amore
come se il cuore
stesse per scoppiarti
come se il pensiero
di perdermi
ti ferisse l’anima
abbracciami
e lascia che il silenzio
parli per noi.
Ermie@gen 2012
"Portami via"
Disegno a carboncino di Elda Lenzi
martedì 10 gennaio 2012
"L'uomo senza lavoro"
Adesso io sorrido
provo a sorridere
c’è mio foglio accanto a me e mi guarda
anch’io lo guardo ma oggi non so che dire
gli passo il braccio attorno alle spalle lo stringo
vorrei dirgli che diventerà uno splendido uomo
vorrei dirgli che un prato verde fuori ci aspetta
e prenderemo il pallone e giocheremo insieme ridendo.
E’ tutto qui sulla punta delle mie dita dei gesti delle parole
ma non riesco a muovere un muscolo. Sto zitto.
Lui mi guarda sorride
prendendo la mia mano abbandonata sulla sua spalla
la stringe forte
le sue piccole dita stamani sono molto più forti e grandi delle mie.
Nessuno dei due dice una parola.
Stamani non so chi dei due protegga l’altro.
Stamani non so quanti grammi di dolore sono sulla bilancia
e forse sono della stessa quantità.
(ai cassintegrati, a chi ha perso il lavoro, a chi vorrebbe ancora poesia ma non può..)
Elda Lenzi @01/2012
lunedì 9 gennaio 2012
Non una parola, non un gesto, solo silenzio perché sapeva che prima o poi sarebbe accaduto, sapeva che avrei ripreso la mia strada; e questa volta capì che non era come le altre volte, non mi avrebbe fermato, non avrebbe fatto niente per trattenermi perché lo sentiva, era come se qualcosa dentro di lui continuasse a ripetergli lasciala andare, è arrivato il suo tempo.
Lo guardai per l’ultima volta, mi girai e aprii quella porta sapendo che una volta richiusa non sarei potuta tornare indietro e mi incamminai lentamente.
Ermie@gen 2012
mercoledì 4 gennaio 2012
E’ ora di andare
Dove mi porti, dove vai viaggiando
cenere bruciata nello sguardo
occhi di tramonto, fuoco e stelle,
a quale stazione scenderai
senza nessun biglietto
la mia pazzia?
Ho rinchiuso il tempo in una gabbia
come un coniglio, oppure come un lupo,
ho imprigionato le stelle della sera.
Che ne sarà domani
delle perle splendenti
di un ricordo?
e distruggi le gocce della pioggia,
senza pietà per le lacrime di ieri,
senza pietà per quelle di domani.
Ci battezzò il dolore
e ci donò un biglietto senza meta.
E’ ora di andare.
Paolo, 4 01 2012, 23,30