Di Paolo Zhero Scatragli
Autori Di Versi è anche Autori Diversi, perché a volte la diversità non è nella “croce” della disabilità ma nella diversità di alcune persone speciali e iniziative speciali che prendono invece la “croce” di abbellire, edificare e rendere umano questo nostro pianeta una volta verde, per l’unico contraccambio di vivere in un mondo degno del capolavoro del creato che in teoria dovrebbe essere l’Uomo: e che ultimamente invece sono gli uomini stessi, in maggioranza, a fare di tutto perché accada l’esatto contrario. In questa categoria di uomini diversi troviamo artigiani, artisti, operatori culturali.
Oggi voglio parlare di una mostra, “Biennale della pietra lavorata”, che si svolge a Strada in Casentino, provincia di Arezzo, ed è giunta alla XVI edizione, dal 20 al 28 Agosto 2011.
Scelgo questa mostra, e la recensisco in questo spazio perché nacque per svilupparsi quasi subito in un’idea che ci affiata molto e cioè quella di avvicinare: di consentire, nel caso specifico, che scalpellini, artigiani, lavoratori della pietra e artisti di fama internazionale convivessero in una esposizione con una cosa in comune e cioè l’amore per la materia. Ciascuno fa la sua parte, ciascuno porta il suo contributo a questo bel progetto e assistiamo, in nome della bellezza, a una convivenza che rompe le barriere, create da qualche forma di sedicente critica d’arte, per cui la bellezza infine converge sull’autocelebrazione del culto del personaggio del critico stesso, come purtroppo vediamo spesso.
In questa edizione notiamo delle idee fulminanti in cui altre barriere si rompono, prima tra tutte un concerto con strumenti realizzati in alabastro. Le arti divengono una sola grande voce armoniosa, in cui ciascuno esegue il suo spartito perché l’importante non è emergerere, ma il risultato finale e cioè l’armonia di una musica: bella metafora del senso della mostra stessa.
Non starò qui ad elencare i partecipanti, che invece potete trovare sul sito http://www.biennalepietra.it/e sulla pagina Facebookhttp://www.facebook.com/biennale.pietra; dico soltanto che ci sono artigiani dalle mani d’oro e artisti di fama internazionale e di talento incredibile, tra cui tanti amici che ho avuto la fortuna di incontrare sulla mia strada. Dico soltanto che i veri grandi artisti, gli ospiti d’onore della mostra sono infine le mani e l’ingegno umano: l’arte, l’amore per la vita e sul podio d’onore, ovviamente, colei che consente tutto questo: la pietra.
In questo mio pseudo-articolo vorrei esprimere pubblicamente la mia stima a una persona realmente “diversa”, per tornare al tema del nostro blog: la vice-presidente Giuliana Fani, che per tutto l’anno di questa mostra ne cura ogni particolare con un impegno, un amore e una coerenza incredibili. Chi scrive è stato coinvolto in mostre di spessore internazionale ma raramente ha trovato le qualità e il vero amore per l’arte di Giuliana, perché se così fosse stato la deprimente situazione culturale del nostro Paese sarebbe ben diversa.L’ho osservata in rete accrescere, promuovere, dedicare tempo ed impegno con una costanza formidabile, come se ogni giorno fosse la vigilia dell’inaugurazione. Strada in Casentino è un bel paese ma non è certo una meta turistica “storica”; per intenderci non è Firenze, Cortona o Montepulciano, per citare tre città a me vicine, ma Giuliana, da quando è coinvolta in questo impegno, ha fatto il primo passo indicando la strada agli altri: ha amato le sue pietre, le ha accarezzate, ha cercato di valorizzarle al massimo con i talenti che lei sapeva esprimere, e alla fine il miracolo si è compiuto, chi non ci crede vada a vedere questa bellissima manifestazione e capirà cosa voglio dire. E siccome stampa, TV , radio eccetera spenderanno giustamente fiumi di parole sugli autori delle opere, io che di mestiere e per natura faccio
principalmente la pecora nera ho voluto spendere due parole a favore, stavolta, di chi rende possibili queste cose, con la speranza che molti comincino a guardarsi intorno e seguano il suo esempio. A Giuliana Fani, ai suoi collaboratori, agli artigiani ed agli artisti della mostra faccio i miei migliori auguri con una frase del grande Hermann Hesse che sembra abbia scritto apposta per loro e per questa bella iniziativa che li riunisce a valorizzare ed amare la pietra. Pietra che, infine, è la Terra stessa che è seme, scopo ed epilogo della nostra Vita, e che ci onora di poter lasciare la nostra traccia: un opera artigiana, una scultura, una musica, una poesia.
La nostra traccia unica e indelebile
Paolo Scatragli
“Questa pietra è pietra, ed è anche animale, è anche Dio, è anche Buddha, io l’amo e l’onoro non perché un giorno o l’altro possa diventare questo o quello, ma perché essa è, ed è sempre stata, tutto; e appunto questo fatto , che sia pietra, che ora mi appaia come pietra,proprio questo fa si che io l’ami”
(Hermann Hesse, Siddharta)
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